IL RAPIMENTO DI EITAN E LA CREDIBILITÀ DELL’ITALIA

Ho finalmente finito di scrivere il mio libro e posso così riprendere a dire, sia pur saltuariamente perché sono molto vecchio e molto stanco, quello che penso delle cose che mi capita di sentir dire in giro o d’apprendere dai TG.

Voglio, insomma, dire quel che penso del rapimento del piccolo Eitan. O meglio, del caso di quel nonno che, con la complicità di non so chi, s’è rubato e portato in Israele il piccolo Eitan. Quell’unico sopravvissuto alla strage del Mottarone che un Tribunale italiano aveva affidato alla custodia della zia residente a Pavia.

A quel che ho potuto apprendere dai TG, il nostro “garbatissimo” Sig. Ministro degli Affari Esteri Di Maio ha presentato un garbato ricorso davanti al tribunale dell’Aia e ha inviato al suo omologo israeliano una garbata nota con la quale ha garbatissimamente auspicato una soluzione “amichevole” della questione.

Lo “sgarbatissimo” sottoscritto che qui scrive avrebbe, al pari di Di Maio, presentato un garbato ricorso davanti al tribunale dell’Aia, ma, a differenza di Di Maio, avrebbe (la dico in breve) altissimamente protestato per l’arrogante violazione della nostra sovranità giuridica e territoriale e, rilevati i gravissimi danni psico-fisici che al piccolo Eitan sicuramente deriveranno da questo rapimento e da un eventuale prolungamento della sua detenzione, avrebbe richiesto l’immediata restituzione del piccolo Eitan alla famiglia affidataria. E avrebbe richiesto, con ancor maggior fermezza, l’immediata estradizione di questo nonno-rapinatore.

Ma tutto quello che il nostro governo ha saputo fare è stata una garbata richiesta di “amichevole soluzione”.

Piccola nota a margine:

Questo ho scritto qualche giorno fa, quando però, per sopravvenuti intoppi e conseguenti dimenticanze, non ho potuto postare questo mio piccolo” post.

Perciò aggiungo solo che questa mattina ho appreso dai TG che ”è stata raggiunta un’intesa fra famiglie e che, nell’attesa della conclusione del processo, il piccolo Eitan resterà in Israele”. Alla faccia della Giustizia italiana e di tutte le amichevoli soluzioni.