GLI APPALTI, LA CAMORRA, E LA “COMMISSIONE SCALFARO”

E poi ancora, alle pagg. 228 e 229: “Le infiltrazioni camorristiche nell’emergenza e nella ricostruzione”:

Anche nel caso dell’emergenza e della ricostruzione sono state denunciate infiltrazioni camorriste negli appalti. Anzi i capitoli dell’emergenza e della ricostruzione registrano, più rapidamente che negli altri capitoli dell’intervento post-terremoto, i segnali di queste infiltrazioni. Così è per l’uccisione del sindaco di Pagani, Marcello Torre, il 16 dicembre 1980. La camorra si insinua nella rimozione delle macerie, poi passa alle opere di urbanizzazione per l’installazione dei prefabbricati e dei containers. Vicende come queste sono registrate da varie sentenze istruttorie, che menzionano anche i fitti rapporti fra imprenditori-camorristi da un lato e, dall’altro, gli amministratori locali, le imprese destinatarie di appalti (che poi assicureranno ai camorristi i subappalti), i grandi boss.
Un caso noto è quello degli appalti per i prefabbricati pesanti di Avellino, in cui risultano coinvolti Roberto Cutolo, figlio di Raffaele, Francesco Pazienza e Alvaro Giardilli. Il processo ha avuto un decorso travagliato, è stato suddiviso in vari procedimenti e alla fine tutti gli imputati sono stati assolti con formula piena.
In Irpinia, a Fontanarosa, l’installazione dei prefabbricati è stata affidata all’impresa Irpec, di cui è socio al 50% Stanislao Sibilia. A dirigere i lavori è chiamato Fausto Ercolino, per il quale il giudice Gagliardi, vittima poco dopo di un attentato, ha chiesto il confino definendolo camorrista della NCO.
(continua)