GLI APPALTI, LA CAMORRA, E LA “COMMISSIONE SCALFARO”

Lo Stato, i Pubblici Poteri, credo.

E lo Stato, i Pubblici Poteri erano il Parlamento, la Magistratura, i Carabinieri, i Prefetti, i Ros dei Carabinieri, i Gico della Finanza, i Tribunali amministrativi e la Corte dei conti. E lo Stato, ovverosia il Governo, il Parlamento, la Magistratura, ecc. ecc., avevano a disposizione, istituiti ‘ad hoc’, l’«Ufficio speciale per la ricostruzione e lo sviluppo delle zone colpite dai terremoti del 1980-81», il «Servizio opere sul territorio», le tante «Commissioni di collaudo» (i tanti Gaudenzio Pierantozzi, insomma) che avrebbero dovuto seguire e verificare, una per una, la rispondenza a capitolato e la corretta esecuzione dei lavori fino a completamento delle opere appaltate, aveva il «Commissario straordinario ad acta per la ricostruzione dell’edilizia residenziale nella zona di Napoli», on. Antonio Fantini. Aveva a disposizione l’on. Giuseppe Zamberletti, nominato «Commissario straordinario del Governo per le zone terremotate» il 24 novembre 1980. Aveva a disposizione, quando dal 1° gennaio 1982 gli interventi dell’emergenza sono passati al Ministero della Protezione Civile, lo stesso Zamberletti, e poi gli onn. Loris Fortuna e Vincenzo Scotti, poi ancora Zamberletti, ed, infine, Remo Gaspari e Vito Lattanzio. Aveva a disposizione i ‘Consorzi’ capeggiati da Società del Gruppo IRI (cioè da Società di proprietà dello Stato) quali Italimpianti, Italtecna Sud, Castalia e Bonifica. Aveva a disposizione i funzionari della Fiat Engineering, aveva a disposizione Elveno Pastorelli, il funzionario amico di De Mita passato, nel giro di tre giorni ed al ritmo di una promozione al giorno, da capopompiere a Roma a prefetto di prima classe proprio per poter essere nominato capo dell’«Ufficio speciale per l’attuazione degli interventi di cui agli articoli 21 e 32 della legge n.219 del 1981» il 19 settembre 1987 ed ivi permasto fino al 28 febbraio 1990. Aveva a disposizione l’Alto commissario per la lotta alla Mafia Dott. Domenico Sica.

Aveva a disposizione, insomma, una caterva di leggi e di controllori. Aveva a disposizione l’antimafia, l’anticamorra e l’anti mortacci sua.

Com’è, allora, che lo Stato non s’è accorto di niente?

(continua)