DI APPALTI E DI BUROCRATI “PAUROSI”

Debbo per un momento interrompere il silenzio che mi sono imposto per potermi dedicare completamente alla revisione del mio libro perché debbo dire una cosa importante.

Salvini va dicendo che, per far ripartire l’Italia, occorre adottare il modello “Ponte di Genova”. E che, proprio per questo, occorre prima di tutto eliminare il reato di abuso d’ufficio. Occorre eliminare, insomma, l’art. 323 del codice penale.

Io dico invece che per far ripartire l’Italia occorre eliminare i tanti Palamara (e lo dico con disprezzo) che infiorettano il CSM e le Aule di Giustizia.

Io non voglio sminuire le figure dei Pubblici Amministratori Genovesi, ma dico che l’appalto per la ricostruzione del ponte di Genova è andato così bene perché quell’appalto è stato sotto gli occhi di tutti gli Italiani fin da quando Renzo Piano ha presentato il suo progetto.

Io dico che i nostri burocrati (o, quantomeno, i burocrati che rubano) se ne fottono del reato di abuso d’ufficio. Io dico che, oggi come oggi, i burocrati che rubano perfettamente sanno che un qualche Palamara disposto a “coprire” tutti i loro reati lo si trova sempre.

C’è poco da fare: si sono sempre (o quasi sempre) trovati i “Palamara” disposti a coprire la cementificazione delle coste (a “sanare”, insomma, tutti i palazzoni e tutti i palazzetti che sono stati abusivamente costruiti su suoli appartenenti al demanio marittimo), a coprire i miliardi che faccendieri e burocrati vari si sono rubati sui fondi teoricamente stanziati per la ricostruzione delle aree colpite dai terremoti, od anche tutti gli abusi edilizi e gli immondi scempi che dal 1860 sono stati fatti un po’ per tutta l’Italia.

Od anche, ma questa è storia mia, tutti i reati e tutti i furti che sono stati serenissimamente perpetrati sui fondi della difesa del mare. Tutti i reati e tutti i furti, insomma, che racconto sul libro del quale sto attualmente cercando di fare, con molta fatica, gli indici. E che, tanto per tentare di aprirgli i suoi addormentati occhioni, tenterò di fargliene avere, magari per posta, una delle prime copie.