DI GIORNALISTI E DI PENNIVENDOLI

Ma passiamo all’ultimo tassello ideato dai Comunisti per conquistare il potere: i giornalisti. O meglio: i pennivendoli.

Per potere incensare come “straordinari scrittori od artisti” tutti i fessi che si dichiaravano disposti a firmare i lori manifesti e come “Invitti Numi della Giustizia” tutti i magistrati “alla Palamara” che loro occorrevano per togliere dalla circolazione tutti i Salvini che davano loro fastidio, servivano giornali e giornalisti. O meglio, gli editori interessati a trattare “coi nomi giusti” ed i pennivendoli. E sorsero così torme di fessi interessati solo a beccarsi a sbafo commesse o prebende. Torme di fessi, diciamo per esempio, disposti a decantare come “Martiri della Libertà” anche gli assassini delle Brigate Rosse o del giovane Ramelli. E torme di magistrati disposti a sostenere la stessa cosa.

Ovviamente io non dico che tutti i magistrati e tutti i giornalisti erano così, ma solo che troppi magistrati e troppi giornalisti erano così.

Io davvero penso che, se solo fosse potuto tornare in terra, Carlo Marx (che fra l’altro era un attento esegeta di Hegel) avrebbe sputato loro in faccia.