MA PARLIAMO DI NUMERI

Parliamo, insomma, del debito pubblico.

La prima cosa che vediamo osservando le variazioni che il debito pubblico italiano ha avuto nel corso degli anni, (se, insomma, ci scarichiamo da Internet il grafico che Il Sole 24 ore pubblica su st.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2018-10-18/debito-pubblico-come-quando-e-perche-e-esploso-italia-172509.shtml)

è che il debito pubblico italiano è cresciuto bruscamente negli ultimi decenni del 1800, ha avuto un picco nel 1922, ed è tornato a crescere negli anni che vanno dal 1963 ad oggi. Mentre ha avuto un periodo di (felice) minimo negli anni che vanno dalla fine della seconda guerra mondiale al 1962. Tanto che proprio nel 1960 la Lire Italiana ha ricevuto l’Oscar quale migliore moneta del Mondo.

Ora io, che non sono un economista, rilevo solo che nel secondo dopo guerra il debito pubblico italiano è esploso quando, per accettare “l’apertura a Sinistra” voluta da Moro, Nenni ha preteso la nazionalizzazione dell’energia elettrica. Ha preteso, cioè, che lo Stato si comprasse, a botte di molte migliaia di miliardi, tutte le centrali elettriche che sarebbero comunque divenute pubbliche entro pochissimi anni (una addirittura entro due o tre settimane) per scadenza dei termini dell’enfiteusi.

Interrogato poi sul perché di quell’acquisto di una cosa di una cosa che stava comunque per divenire pubblica, Nenni ha detto che quella onerosissima (e stracretina) nazionalizzazione era stata solo una trave lanciata nelle ruote dell’economia capitalista.

E, a giudicare dai risultati, c’è da dire che c’è riuscito molto bene.