In Italia, Terra nella quale, secondo stime della Corte sei conti, la corruzione ha raggiunto i 60 o 70 miliardi di Euro per anno, il compito “di provvedere alla istituzione di un servizio di protezione dell’ambiente marino, nonché di vigilanza costiera e di intervento per la prevenzione ed il controllo degli inquinamenti del mare” è stato, con legge 31 dicembre 1982, n. 979, graziosamente delocato dall’intoccabile capino dei petrolieri, e molto onerosamente allocato in capo al governo Italiano. In altre parole, ed almeno per quanto concerne la fornitura delle coperture finanziarie, sulla sempre tartassabile e sempre spremibile capoccia dell’Italico contribuente.
E fu così che, pronube – quantomeno –
a) una tangente da Lire Italiane due miliardi (dicesi: Lire Italiane 2.000.000.000) passata sottobanco al Ministro-Minestra Prandini Gianni e
b) una seconda tangente non si sa se dello stesso importo o del superiore importo da Lire Italiane 2.500.000.000 passata sottobanco al Ministro-Minestra Vizzini Carlo,
(pronubi, insomma, gli ‘oleatori’ che qui in Italia fanno divenir realtà qualsiasi schifezza o furfanteria) il governo Italiano criminalmente concesse, per graziose Lire Italiane cinquantunomiliardi e centocinquantadue milioni per anno (dicesi: Lire Italiane 51.152.000.000 per anno, oggi graziosamente trasformate in 30 o 35 milioni di Euro per anno), il servizio della difesa del mare alla “del tutto incompetente e priva di adeguata organizzazione nel settore” (v. sentenza n. 53756 R.G.1991 emessa il 13.5.1994 dalla Camera di Consiglio della 1a Sezione Civile del Tribunale di Roma) Società Castalia del gruppo Iri.
(Preciso che quando dico che “il governo Italiano criminalmente concesse il servizio della difesa del mare alla Società Castalia”, intendo dire che i Ministri-Minestra Prandini e Vizzini e tutti indistintamente i loro successori nella carica hanno criminalmente concesso alla Società Castalia il lucroso servizio della difesa del mare – peso i termini – mentendo, truffando e barando ed intenzionalmente violando uno sterminato numero di leggi e regolamenti.)
“Incompetenza” e “mancanza di organizzazione adeguata nel settore”, oltretutto, drammaticamente confermate dai fatti.
Nel 1991, come forse molti ricorderanno, la superpetroliera cipriota Haven esplose davanti al porto di Genova Multedo rovesciando in mare 134.000 tonnellate di Iranian crude (fonte: banca dati Oil Spills M/B). E la “del tutto incompetente e priva di adeguata organizzazione nel settore” Società Castalia, contrattati e graziosamente ottenuti (dal sempre prodigo, coi soldi del contribuente, governo Italiano) altri 75miliardi di Lire, fu incaricata di “mirabolmente” rimuovere, come da contratto, tutte quelle migliaia di tonnellate di ormai fluttuanti idrocarburi.
Cosa poi, trasportate le sue mirabolanti attrezzature e navi ‘disinquinanti’ a Genova, la Castalia ha nella realtà fatto, ce lo dice, con giurisdizionale certezza, il Tribunale di Genova.
A seguito di quell’incidente, infatti, venne incardinato presso il Tribunale di Genova un procedimento penale volto ad accertare le responsabilità di quel disastro ed i conseguenti danni ecologici ed ambientali.
Ebbene: una perizia tecnica (una CTU, per dirla in termini più precisi) disposta dal Pm nell’ambito di quel procedimento penale ha accertato che (riporto dal Corriere della Sera dell’11 novembre 1996):
“L’area sottomarina inquinata [dall’idrocarburo rovesciato in mare dalla Haven e non recuperato dai mirabolanti mezzi della Castalia] si estende su alcune centinaia di chilometri quadrati, l’enorme quantità di idrocarburi è un gravissimo pericolo, centinaia di migliaia di persone possono essere raggiunte da agenti cancerogeni attraverso pesci e crostacei.
L’esistenza di formazioni pericolose è stata rivelata dopo le ricognizioni di un piccolo batiscafo a 340 e 500 metri di profondità; oltre al fiume di greggio sono state individuate sedimentazioni di catrame, blocchi alti anche 5 metri che hanno coperto il fondo e nei quali hanno trovato rifugio pesci e crostacei.”
Ulteriori informazioni sulle conseguenze derivate dalla criminale assegnazione del lucroso appalto della difesa del mare alla “del tutto incompetente e priva di adeguata organizzazione nel settore” Società Castalia ci sono fornite nella puntata – reperibile su Internet (www.report.rai.it) – “Il mare nero” della trasmissione “Report” di Milena Gabanelli.
Insomma: la superpagata Società Castalia non ha recuperato neppure un singolo microgrammo di quella “enorme quantità di idrocarburi” rovesciata in mare dalla Haven. E dire che, per benevolmente ottenere dallo Stato Italiano (alias dalle tasche dei cittadini Italiani) quegli ulteriori 75 miliardi di Lire Italiane, Castalia ed Eni avevano pagato un’altro miliardo di Lire Italiane alle segreterie della DC e del PSI!
Ed a questi imbecilli, a questi emeriti Truffatori di Stato, è ancora oggi affidato, per “i soliti” Euro 30 o 35 milioni di Euro per anno, il servizio della difesa del mare “lungo tutto lo sviluppo delle coste italiane”.
Viva l’Italia! Come disse Nino Bixio andando a massacrare i contadini di Bronte.