Si dice, i nostri politici vanno in televisione e, rivestita la grisaglia grigia e la faccia grave d’occasione, dicono: «La Camorra ha messo le mani sugli appalti!».
Già!, ma “Chi” ha messo quegli appalti nelle mani della Camorra? Chi ha concesso gli appalti? Chi ha concesso i finanziamenti? Chi ha concesso anticipazioni bancarie ipermiliardarie ad imprenditori senza partita IVA, iperprotestati e proprietari di pollai in disarmo? Chi ha ‘gestito’ l’emergenza? Chi ha emanato quel complesso mostruoso di leggi e leggine che, al ‘riassuntivo e propositivo’ dire degli stessi componenti della Commissione Scalfaro, hanno determinato «ritardi, confusioni, anomalie procedurali, difficoltà di controlli»? Chi ha scelto i concessionari? Chi aveva, all’epoca, la proprietà delle banche, banca Popolare dell’Irpinia compresa? Chi ha gonfiato le spese? Chi ha gestito le ‘gestioni fuori bilancio’ e le ‘gestioni stralcio’? E chi doveva controllare che tutto filasse liscio e regolare?
Lo Stato, i Pubblici Poteri, credo.
E lo Stato, i Pubblici Poteri erano il Parlamento, la Magistratura, i Carabinieri, i Prefetti, la Polizia, i Ros dei Carabinieri, i Gico della Finanza, i Tribunali amministrativi e la Corte dei conti. E lo Stato, ovverosia il Governo, il Parlamento, la Magistratura, ecc. ecc., avevano a disposizione, istituiti ‘ad hoc’, l’«Ufficio speciale per la ricostruzione e lo sviluppo delle zone colpite dai terremoti del 1980-81», il «Servizio opere sul territorio», le tante «Commissioni di collaudo » (i tanti Gaudenzio Pierantozzi, insomma) che avrebbero dovuto seguire e verificare, una per una, la rispondenza a capitolato e la corretta esecuzione dei lavori fino a completamento delle opere appaltate, aveva il «Commissario straordinario ad acta per la ricostruzione dell’edilizia residenziale nella zona di Napoli» on. Antonio Fantini. Aveva a disposizione l’on. Giuseppe Zamberletti, nominato «Commissario straordinario del Governo per le zone terremotate » il 24 novembre 1980. Aveva a disposizione, quando dal 1° gennaio 1982 gli interventi dell’emergenza sono passati al Ministero della Protezione Civile, lo stesso on. Zamberletti, e poi gli onn. Loris Fortuna e Vincenzo Scotti, poi ancora Zamberletti, ed, infine, Remo Gaspari e Vito Lattanzio. Aveva a disposizione i ‘Consorzi’ capeggiati da Società del Gruppo IRI (cioè da Società di proprietà dello Stato) quali Italimpianti, Italtecna Sud, Castalia e Bonifica. Aveva a disposizione i funzionari della Fiat Engineering, aveva a disposizione Elveno Pastorelli, il funzionario amico di De Mita passato, nel giro di tre giorni ed al ritmo di una promozione al giorno, da capopompiere a Roma a prefetto di prima classe proprio per poter essere nominato capo dell’«Ufficio speciale per l’attuazione degli interventi di cui agli articoli 21 e 32 della legge n. 219 del 1981» il 19 settembre 1987, ed ivi permasto fino al 28 febbraio 1990. Aveva a disposizione l’Alto commissario per la lotta alla Mafia Dott. Domenico Sica. Aveva a disposizione, insomma, una caterva di leggi e di controllori.
Aveva a disposizione l’antimafia, l’anticamorra e l’antimortacci sua.
Com’è, allora, che lo Stato non s’è accorto di niente? Com’è che lo Stato non s’è accorto che gli appalti venivano TUTTI, DA ESSO STESSO STATO (!) graziosamente consegnati, CON PROCEDURE ‘DI COMODO’, nelle mani della Camorra? Com’è che lo Stato non s’è accorto, come s’è accorto invece Ferlaino, che per ottenere un subappalto da Fantini occorreva dare trecento milioni a Sandokan? Com’è che lo Stato non si è accorto di nulla di tutto quello di cui, a posteriori, si sono invece improvvisamente accorti i membri della ‘Commissione Scalfaro’?