1990: la Exxon Valdez s’incaglia nel Prince William Sound e sversa in mare 35.000 tonnellate di greggio.
Il disastro, scrive il Governo degli Stati Uniti nel preambolo dell’Oil Pollution Act of 1990,
was exacerbated greatly by the unreasonably slow, confused and inadequate response by industry and government, that failed miserably in containing the spill and preventing damage.. (il disastro è stato grandemente esacerbato dalla irragionevolmente lenta, confusa ed inadeguata risposta dell’industria e del governo, che hanno fallito miserabilmente nel contenere la fuoriuscita e prevenire il danno)
e, «to reduce the risk of oil spills, improve vessel oil spill response capabilities, and minimize the impact of oil spills on the environment» (per ridurre il rischio degli oil spills, aumentare la capacità di risposta agli oil spills, e minimizzare l’impatto degli oil spills sull’ambiente), il Congresso degli Stati Uniti promulga l’Oil Pollution Act of 1990.
2010: la Deepwater Horizon esplode nel Golfo del Messico e produce il più grande inquinamento ambientale mai avvenuto negli Stati Uniti.
Per evitare di ancora una volta «fallire miserabilmente nel contenere la fuoriuscita e prevenire il danno», e quindi ‘sperimentalmente’ dimostrare al popolo Americano ed al mondo che l’Oil Pollution Act of 1990 è stata solo una “sceneggiata Washingtoniana” ambiguamente messa su e recitata dai Petrolieri e dal Congresso degli Stati Uniti, l’“industria ed il governo” non si presentano neppure sul luogo del disastro, e consentono alla British Petroleum, proprietaria della piattaforma, di affondare il petrolio mediante massive e straordinariamente estese irrorazioni di Corexit (che si sa quanto bene fa ai pesci, all’ambiente ed alla stessa salute umana).