Tutte le televisioni e tutti gli ‘indipendentissimi’ giornali oggi circolanti in Italia ci dicono che tutto l’idrocarburo intenzionalmente sversato nel Lambro è stato recuperato dagli sbarramenti posti al traverso del fiume, e che la conseguente emergenza ambientale è stata felicemente risolta.
Io formalmente affermo, invece,
- che di tutto l’idrocarburo finito in quei giorni nel Lambro è stato recuperato solo quel pochissimo che Protezione Civile e Pistoloni disperati vari sono riusciti in qualche modo a raccogliere e portar via allo sbarramento di Isola Serafini,
- che la quasi totalità dell’idrocarburo trasportato in quei giorni negli impianti della raffineria Eni di Sannazzaro de’ Burgundi è stato recuperato dalle vasche di contenimento, nel condotto fognario e nel depuratore nel quale gran parte dell’idrocarburo era da ultimo finito.
Copio, tanto per non parlare sempre di mio, quello che, nel Technical Information Paper N. 2, la The International Tanker Owners Pollution Federation Ltd scriveva al proposito dello use of booms in combating oil pollution (uso delle panne per combattere l’inquinamento da idrocarburi):
«La più importante caratteristica di una panna è la sua capacità di contenere o deflettere gli idrocarburi… . Nessuna panna è capace di contenere gli idrocarburi contro velocità dell’acqua di molto superiore ad 1 nodo (0,5 metri al secondo) agendo ad angolo retto con essa. Infatti la velocità di fuga (escape velocity) è per la maggior parte delle panne di 0,7 nodi (o 35 m/s)».
Insomma: gli sbarramenti, così come posizionati dalle ‘Ditte specializzate’ nel Lambro e nel Po, non funzionano. Al massimo, se non formano ‘pance’, possono deflettere gli oli verso un punto di raccolta.
Ma Bertolaso ed i media dicono che hanno addirittura recuperato tutti gli idrocarburi intercettati!!